le CUPOLE
Le otto cupole in lastre di piombo della Basilica del Santo formano una perfetta croce latina, al cui centro si erge una copertura tronco-conica, ripresa dall’antico Santo Sepolcro di Gerusalemme, modello proveniente dall’Antichità. La forma dell’edificio riflette le sue funzioni ed è divenuta presto un centro fondamentale di pellegrinaggio.
Ci sono alcuni dubbi sulle fasi di costruzione dell’edificio e della conseguente costruzione cupole: tuttavia, gli studiosi sono concordi nell’affermare che la costruzione delle cupole è da ascriversi all’ultima fase, che è collocabile tra la seconda metà del secolo XIII e l’alba del XIV. La cupola del presbiterio fu probabilmente eretta nel XIV secolo, mentre quella del coro risale agli inizi del XV secolo e l’ultima fu costruita nel XVIII secolo sopra la Cappella delle Reliquie. Tra le maestranze per la costruzione vi sono sicuramente i carpentieri dell’Arsenale della Repubblica di Venezia: i cosiddetti “arsenalotti” suggerirono ai frati l’uso di legname riciclato dalle navi demolite a Venezia.
Il patrocinio di papa Alessandro IV per la costruzione e l’assistenza fiscale che diede giocarono un ruolo cruciale nei lavori della fabbrica del Santo. Non abbiamo documenti sull’avvio del cantiere, ma si pensa che il progetto originario, iniziato intorno 1232 dopo la canonizzazione di Sant’Antonio, prevedesse la copertura della basilica simile alla chiesa di San Francesco a Bologna, ossia con una successione di volte a crociera all’interno della chiesa: la scelta di voltare le coperture con cupole è determinata dalla carica simbolica di romanità risvegliatasi nei padovani proprio in quegli anni, grazie al ritrovamento di una tomba attribuita al leggendario fondatore di Padova, il troiano Antenore.
NOVA JERUSALEM
Il sistema di cupole del Santo Di Padova è uno dei rari esempi trecenteschi, se non l’unico di una dichiarata imponenza, nel quale il modello di San Marco ha superato i confini della laguna. La caratteristica comune è la presenza delle cosiddette “cuffie” sovrastanti le cupole in muratura costituiti da una struttura che sostiene una copertura in legno. Le cupole poggiano su alti tamburi ordinati da archetti e paraste simili a quelle del Battistero di Padova e contribuiscono anche alla statica delle cupole, essendo state concepite simultaneamente. Come la basilica marciana, anche la Basilica del Santo si propone, dato l’illustre riferimento al Santo Sepolcro di Gerusalemme, come Nova Jerusalem.
LA CUPOLA DELL’ANGELO
Caratteristica peculiare è sicuramente la “Cupola dell’Angelo”, una copertura a forma tronco-conica posizionata al centro della crociera di cupole della Basilica: essa doveva essere un esplicito riferimento alla peculiare cupola del Santo Sepolcro. Sulla sommità domina la figura di un angelo della resurrezione, nell’atto di suonare una tromba che, in origine, faceva anche da segnavento: oggi è sostituito da una copia di recente produzione poiché durante l’ultimo restauro avvenuto durante il Giubileo del 2000 si sono riscontrati estesi fenomeni ossidativi che ne hanno pregiudicato la permanenza in quota.
L’INCENDIO DEL 1749
Nel 1749 la basilica fu colpita da un incendio devastante che fece bruciare la cupola esterna del coro, che andò completamente distrutta, lasciando invece intatta la cupola interna in muratura, mentre quella del presbiterio si incenerì fino al catino. Il cambio della direzione del vento fece bruciare anche la cupola Di San Giacomo. Anche l’Angelo non venne risparmiato dalle fiamme. Le quattro cupole ancora originali di fatto rappresentano uno degli esempi più antichi oggi conservati in Europa.