Biglietti

Gattamelata

DONATELLO

Pochi mesi dopo la morte di Gattamelata, Donatello si trasferisce da Firenze a Padova atteso da tempo per la realizzazione dell’altare della Basilica del Santo e forse motivato dall’insieme degli incarichi ricevuti, ma non possiamo invece affermare fosse anche già coinvolto per la realizzazione del monumento equestre come invece ritiene Giorgio Vasari importante autore delle Vite, biografia degli artisti più importanti, scritte nella metà del ‘500, circa un secolo dopo Donatello. Con certezza Donatello nel 1447 aveva già realizzato il crocifisso ligneo per la chiesa dei Servi e quasi finito anche il crocifisso di bronzo per la Basilica del Santo, mentre già stava lavorando all’importantissimo altare: sono dello stesso anno anche i pagamenti a Giovanni Orsato man mano che i lavori sul monumento procedevano. Nel 1450, anno santo della cristianità, Donatello ha quasi terminato il monumento a Gattamelata, per arrivare al saldo solo nel 1453 stesso anno dell’installazione del bronzo sul suo basamento lapideo così dove lo vediamo oggi. Donatello, genio multifunzionale, lavorava diversi materiali e a più opere contemporaneamente con l’aiuto di valenti collaboratori che sceglieva e coordinava. Portava con sé grandi esperienze da Firenze, dove era in corso da qualche decennio la rinascita della bronzistica monumentale, sui modelli dell’antichità.  Donatello era probabilmente consapevole che l’arte da lui professata e praticata con abilità impareggiabile, è perdente rispetto alla pittura. La pittura ha più facilità di lettura, la pittura può avere capacità rappresentative e comunicative anche quando eseguita da artisti meno bravi. La pittura può facilmente rappresentare il moto, lo spazio, la storia, il paesaggio e l’azione mentre la scultura è ferma, inerte e statica, è bloccata dalla pesantezza dei suoi materiali e dalla monumentalità delle sue forme. Per ovviare a queste difficoltà Donatello decide di lanciare una sfida a sé stesso e ai colleghi, al presente e al futuro e quindi adotta e inventa una serie di stratagemmi ed espedienti possibili per animare l’opera d’arte e come vedremo ne elaborerà anche nel caso del Gattamelata. Dall’antichità a tutta la prima metà del ‘400, non sono ancora stati realizzati altri monumenti bronzei, ma Donatello potrà fare riferimento ad alcune importanti opere antiche superstiti. Nello stesso periodo, Niccolò Baroncelli, suo collega e amico, sta realizzando a Ferrara un altro monumento equestre in bronzo dedicato a Niccolò III D’Este, purtroppo andato distrutto qualche secolo dopo.

L’OPERA

Le diverse esperienze visive delle persone di 5 o 6 secoli fa, erano ovviamente più limitate di quelle nostre odierne. Chi sopraggiungeva al Santo da nord, poteva rimaner suggestionato dal cavallo che avanzava sulla folla, e ben distingueva la palla di cannone sotto l’anteriore sinistro, che rotolante era prossima a cadere.

Qui un espediente del maestro che coinvolgendo lo spettatore, in realtà adotta una soluzione che gli consentì di stabilizzare la statica della cavalcatura. Donatello impegnato nello sperimentare dopo secoli la realizzazione di un cavallo bronzeo, non si azzarderà a sospendere nell’aria quella zampa col rischio di compromettere l’equilibrio di quintali di metallo su piccoli punti di appoggio, come invece poteva vedere nei cavalli di San Marco e come riuscirà Verrocchio oltre trent’anni dopo nel monumento equestre al Colleoni a Venezia.

La fusione di un bronzo è un insieme di operazioni pratiche e tecniche assai complesse, rischiose nella fase di colata del getto fuso, oltre che economicamente dispendiose. La lega solitamente di rame e stagno e altri pochi alliganti, era impiegata per la fusione delle campane e proprio in quegli anni, era molto richiesta per la realizzazione delle artiglierie che vedevano un rapido sviluppo tecnologico portando ad un epocale cambiamento delle pratiche guerresche. Donatello per realizzare cavallo e cavaliere, realizzò circa 36 elementi bronzei, poi assemblati con diversi sistemi e tecniche. Il suo modo di lavorare è distintivo della sua produzione, le sue opere bronzee sono spesso contraddistinte da singolari accorgimenti, nonostante si avvalesse sempre di esperti fonditori. La realizzazione di un cavallo di bronzo fu e rimase per secoli, una delle esperienze e prove più complesse nella produzione della metallotecnica artistica.